Laura e Rosario, melanconiche ingiustizie
(di G.Col.) – Compleanno triste, quello dei 70 anni per colei che il regista Luchino Visconti definì “la donna più bella dell’Universo”: Laura Antonelli. Festa grande per Rosario Fiorello e il suo show in tv. Negli stessi giorni, e chi ha buona memoria non sa restare indifferente. Colei che incarnò il massimo della sensualità , della dolcezza e – in occhi profondi ma sempre velati di tristezza – anche il sogno di milioni di uomini, è un’anziana emarginata in solitudine, che vive con una badante a Ladispoli. L’hanno dimenticata coloro che la sognavano, e soprattutto coloro che dicevano di essere per lei amici. “Non ho nulla da aspettarmi dalla vita terrena” ha detto.
Laura Antonelli è stata distrutta da una vicenda di droga e da un oltraggio farmaceutico al suo stupendo viso. Assolta nei tribunali e risarcita simbolicamente, è finita per lo spettacolo e per il pubblico. Finita dentro, nella sua sofferenza. Soprattutto l’hanno emarginata e bollata con il moralismo più becero coloro che la osannavano.
Fiorello ha avuto esperienze di droga, come egli stesso ha ammesso, ne è uscito con forza e coraggio, ma non è mai stato emarginato e isolato dal suo mondo o dal pubblico. Il successo è tornato, per lui, e tutti ne sono lieti, perchè è giusto che sia così. Sarebbe stato giusto anche con Laura Antonelli, fragile, oltre che divina creatura. Forse i suoi occhi, nella lussireggiante bellezza che evocava, leggevano nel futuro il male di vivere, l’oscuro agguato che il mondo prepara a taluni, guazzando nella crudeltà dei destini. Se esistono i destini, e non siamo solo granelli di sabbia al vento.
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