Zobel: “Optimes, contratto oneroso” – Ci sono clausole recessorie negli accordi?


L’Aquila – INTERROGATIVI SULLE SEDI AFFITATE DALL’UNIVERSITA’ – Avevamo aperto un dibattito sui costi degli affitti per le sedi provvisorie dell’Università, in un servizio sui fondi destinati dal Ministero (5 milioni annui) a questo scopo, a dire il vero con molta disponibilità e comprensione soprattutto da parte dell’ex sottosegretario Gianni Letta. L’invito al dibattito è stato accolto dal professore associato Pierluigi Beomonte Zobel, foto sotto, che scrive: “Caro Colacito, le mando il mio piccolo contributo sulla querelle affitti dell’Università come “persona informata dei fatti”, essendo da diversi anni membro eletto del consiglio di amministrazione della nostra Università. Mi limiterò all’affitto del capannone ex-Optimes, foto, quello della facoltà di Ingegneria e Scienze Motorie per intenderci, anche perchè per la maggioranza degli altri non siamo in possesso della valutazione di congruità dell’Agenzia del territorio.
Per questo affitto l’agenzia dice che il fitto congruo è pari a 715.000 Euro annue (con un errore di stima del 10%, cioè arriviamo al massimo a 790.000 Euro), mentre noi paghiamo 1.240.000 Euro per la locazione e 699.000 Euro per il recupero delle spese di ristrutturazione. Il contratto di affitto ha la durata di 6 anni e le spese di ristrutturazione andranno pagate per 4 anni. In sostanza spalmando tutto sui 6 anni della locazione l’Università paga circa 1.700.000 Euro annue. Questo è il dato di confronto, in quanto la valutazione dell’agenzia è relativa allo stabile dopo la ristrutturazione, e quindi paghiamo più di 900.000 Euro in più all’anno rispetto alla valutazione. Mi dica lei dove è la congruità di questo affitto. Aggiungo che non è stata fatta una gara pubblica, che nello stesso contratto di locazione sono stati assegnati anche i lavori di ristrutturazione per
2.800.000 Euro, cosa che non si poteva fare, che il contratto non è stato approvato preventivamente dal Consiglio di Amministrazione, che la cauzione è stata versata in contanti per un importo di 1.000.000 Euro, mentre bastava una semplice fideiussione, … Direi che i soldi del Ministero si potevano, anzi si dovevano, spendere meglio e lo dico come aquilano e come italiano”.
(Ndr) – Ringraziando il prof. Zobel, auspichiamo che anche altri intervengano nel dibattito, che punta solo a fare chiarezza, nell’interesse di quel bene supremo che è l’Università per L’Aquila, senza dimenticare che sulla vicenda esistono delle inchieste, di cui ampiamente a suo tempo riferimmo. Che vanno avanti, e ora assumono una rilevanza ancora maggiore dopo le elargizioni ministeriali. Ci chiediamo, da cittadini, anche se nei contratti – così onerosi – esista almeno la clausola recessoria a garanzia dell’Università e del denaro pubblico. Una clausola del genere nei contratti si applica perchè i lavori di restauro delle sedi potrebbero finire prima del previsto, e in questo caso l’ateneo potrebbe risparmiare i fitti tornandosene a casa sua. Sei anni sono tanti. Spesso capita, e anche a L’Aquila è capitato, che lavori ben progettati e organizzati, vengano portati a termine per bene, prima dei termini previsti. La mancanza di clausole di possibile recessione è quanto meno un’anomalia. A tutto beneficio di chi intasca fitti così generosi. Un’altra ombra sulla quale far luce.


29 Novembre 2011

Categoria : Cronaca
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