Processo G.R., testimone il dolore


(di G.Col.) – Una cosa è raccontarlo, con la massima compostezza e misura possibili, un’altra è sentirlo raccontare: parliamo del dolore che udienza dopo udienza riappare come una piaga insanabile nel processo GR, Grandi Rischi. I testimoni raccontano, le loro parole spesso sono la massima espressione della dignità umana, come nel caso del giornalista Giustino Parisse, sentito oggi. La sofferenza stravolge, cambia nel profondo, e se è sterminata, non si allevia mai. C’è chi riesce a narrarla facendo ricorso a tutta la propria forza, nell’unica convinzione di poter alla fine ottenere una verità. Lo scopo di ogni processo, che non è quello di punire, perseguire, arrecare altre sofferenze, ma far emergere la verità. Perchè, possibilmente, sia narrata, divulgata e resti di monito per coloro che verranno. I geologi dicono che L’Aquila ebbe, ha avuto e avrà terremoti. Lo dice anche la storia, che non serve a far previsioni, ma è utile come lezione. E’ un nobile atteggiamento “non aspettarsi nulla dal processo”, come ha detto Parisse, se non la verità: chiarezza sulla vicenda storica del terremoto. Nessuno gli ridarà ciò che ha perso, il padre e i figli. Figuriamoci una condanna. Il dolore diventa ammonizione altissima. Ne sapremo fare tesoro? Ne dubitiamo, conoscendo questo paese. Ma alla fine di tutto, preso atto di tutto, tirate le somme, dobbiamo per forza sperare, perchè non ci resta molto altro.



26 Novembre 2011

Gianfranco Colacito  -  Direttore InAbruzzo.com - giancolacito@yahoo.it

Categoria : Editoriale
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