Giustizia ferma, avvocati in sciopero
L’Aquila – Giustizia a braccia conserte in provincia dell’Aquila, a causa di iniziative di protesta coincidenti, sia pure per motivazioni diverse. A L’Aquila e nel resto del territorio provinciale sono in sciopero i giudici di pace, per rivendicazioni che riguardano i diritti della categoria – sotto diversi aspetti non riconosciuti dalle norme attuali – lo status e le retribuzioni. I giudici di pace svolgono un ruolo essenziale nel meccanismo giudiziario: basti pensare che soltanto quelli aquilani si occupano di almeno 2000 vertenze civili e 800 vicende penali all’anno. Grandi numeri se i riferimenti si estendono all’intera provincia. Ma ai giudici di pace lo Stato non mostra nè considerazione, nè equità di trattamento rispetto agli altri lavoratori.
Ad Avezzano sono gli avvocati a fermarsi, prorogando il loro sciopero, in atto da tempo, almeno fino al 6 dicembre. Le conseguenze sono disastrose per chi attende giustizia da un apparato di per sè lento e affannoso. Gli avvocati mettono al centro della loro protesta il rischio di soppressione per il tribunale marsicano, che è il terzo come volume di lavoro in Abruzzo. I tagli del governo prevedono forti riduzioni e accorpamenti di tribunali, ma nel caso di Avezzano bisogna avere, sostengono gli avvocati una considerazione diversa, data l’importanza del territorio e le dimensioni del lavoro giudiziario che vi si svolge.
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