Abruzzo: più caporalato, L’Aquila prima


Pescara – “Il caporalato esiste anche in Abruzzo, a macchia di leopardo, e rispetto al passato il trend e’ in aumento. La zona piu interessata e’ quella dell’Aquila, soprattutto nella Marsica, ma le altre province non sono escluse, e nel teramano sono i cinesi a gestire i lavoratori che provengono da quella parte del mondo. Per questo bisogna alzare la guardia perche’ non esiste un territorio esente da questo fenomeno”. A dirlo e’ stato oggi a Pescara Silvio Amicucci, segretario regionale della Fillea Cgil, nel corso di un incontro con la stampa convocato per salutare con favore l’introduzione nel Codice penale (articolo 603 bis) del reato di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro. “Si tratta di un risultato della campagna ‘Stop caporalato’ portata avanti dalla Fillea Cgil in tutto il Paese, e anche a Pescara, per combattere un fenomeno che in Italia interessa piu’ di 400mila persone sfruttate – ha commentato Massimo Di Giovanni, segretario della Fillea Cgil del capoluogo adriatico. Una campagna – ha proseguito – nata dal presupposto che in Italia il lavoro sommerso ha un apporto sul Pil del 17 per cento e i settori piu’ colpiti sono l’agricoltura e l’edilizia, come dimostrano anche le testimonianze raccolte. Il nostro obiettivo – ha detto ancora – era far si’ che si legiferasse perche’ il caporalato costituisse reato penale ma ora, dopo questa conquista di civilita’, chiediamo anche che si riconosca la responsabilita’ dell’impresa e si preveda una clausola di tutela per i lavoratori clandestini che denunciano il caporalato, per garantire loro un permesso temporaneo. Questi aspetti vanno definiti in un quadro normativo vero”. Parlando dello sfruttamento della manodopera Di Giovanni ha evidenziato che in Abruzzo l’incidenza del lavoro nero nel settore agricolo e’ di 24 per cento mentre nel settore edile e’ del 18 per cento. Dei numeri del lavoro irregolare ha parlato Paolo Castellucci, segretario della Cgil di Pescara. “Sul nostro territorio – ha detto – c’e’ un problema evidente di irregolarita’. A Pescara, nel 2010, su 1.291 aziende ispezionate (fonte D.P.L.), il 67,95 per cento e’ risultato irregolare (cioe’ 719) e 1.232 lavoratori sono risultati irregolari (di cui 494 in nero). Per questi casi le sanzioni riscosse sono state pari a 510.572 euro e si e’ avuto un recupero di contributi pari a 4 milioni e mezzo. Le irregolarita’ hanno riguardato il 30,7 per cento delle aziende agricole controllate, il 43 per cento delle attivita’ industriali e il 73,7 per cento delle attivita’ del terziario. Un’altissima percentuale di lavoratori in nero riguarda il terziario (79 per cento). Tra le violazioni ce ne sono 190 per appalti illeciti e fenomeni interpositori e somministrazione illecita. Castellucci, ricordando che “l’Abruzzo, e’ al primo posto in Italia per numero di infortuni e seconda per morti sul lavoro”, ha evidenziato che “questa regione ha bisogno piu’ di altre di interventi e investimenti specifici”.


23 Novembre 2011

Categoria : Cronaca
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