Se vivessimo in un paese normale


Pescara – (di G.Col.) – A noi cittadini basterebbe che il nostro fosse un paese normale, non eccezionale. Invece non lo è affatto, o almeno non lo è in una regione chiamata Abruzzo e nella città più grande e importante della regione, Pescara. Una città di mare da duemila anni, con un porto canale, che sta però soffocando: e nessuno ha capito perchè. Infatti, è impossibile capire perchè il porto sia ormai inagibile e pericoloso, a causa dei fondali troppo alti. I pescatori camminano sul fondo con l’acqua alla cintola: la foto è diventata un’immagine storica.
Se vivessimo in un paese normale, il porto canale (quindi fluviale) verrebbe dragato una volta l’anno oppure ogni due anni. Uffici e autorità competenti (è solo un modo di dire, di competenza nemmeno l’ombra) avrebbero messo a punto da quel dì un meccanismo e delle risorse da usare periodicamente per il porto. Come avviene in tante altre città con un porto fluviale. Immaginate che a Londra, uno dei più grandi e antichi porti del genere al mondo, si possano insabbaire i fondali? Immaginate l’impossibile. Se accadesse, sarebbero stati licenziati tutti.
Se vivessimo in un paese normale, tutti saprebbero che i fanghi rimossi dai fondali sono tossici e sporchi, quindi vanno analizzati e depositati nei luoghi giusti. Non a Moscufo, perchè non sapevano dove altro metterli. Chi deve analizzarli, sarebbe pronto a farlo e lo farebbe al momento giusto. Gli uffici e le istituzioni avrebbero agito nei tempi e nei momenti opportuni, per produrre un risultato: dragare il fondo del fiume, perchè è un fiume e i fondali si innalzano.
Se vivessimo in un paese normale, infine, chi non ha fatto ciò che doveva fare, ed è pagato per farlo, sarebbe un disoccupato e al suo posto vi sarebbero altri. E forse qualcuno si troverebbe in galera o sotto processo. Tanto, a Pescara non sarebbe neppure una grande novità. Nelle carceri e in tribunale c’è un via vai che lèvati.
Invece siamo in Abruzzo e a Pescara, e accade quel che accade. Oggi tocca assistere anche alle giaculatorie di alcuni politici che, svegliatisi di soprassalto, dicono la loro sul problema, che hanno ignorato fino a ieri. Dateci spiegazioni, diteci che a sbagliare siamo noi, i marinaii, gli spedizionieri, le imprese e quelli che ieri hanno affisso il manifesto a lutto per la morte del porto. Convinceteci che tutto è normale, e che hanno torto quelli che protestano. Che viviamo in un paese normale. Se ci riuscite, naturalmente.


19 Maggio 2011

Categoria : Cronaca
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